domenica 3 febbraio 2013

Convertirsi all'ospitalità: l'esperienza di Taizé a Roma

E' passato un mese dal 35° Incontro Europeo promosso dalla Comunità di Taizé che ha portato a Roma 35.000 giovani da tutto il continente e anche oltre. Qualcuno forse ricorderà gli altri incontri di Roma nel 1980, 1982 e l'ultimo nel 1987, venticinque anni fa! Le parrocchie ospitanti (poco più della metà, nonostante l'impegno della diocesi) sono state animate al mattino dalle caratteristiche preghiere fatte di canti, meditazioni e silenzio; al pomeriggio gruppi tematici e due  preghiere comuni nelle basiliche gremite di giovani seduti in terra. Alla fine, con una punta di rammarico degli organizzatori, più di 2000 ragazzi non hanno trovato ospitalità nelle famiglie o nelle parrocchie ed hanno dovuto utilizzare gli spazi della vecchia Fiera di Roma messi a disposizione dal Comune. Le meditazioni di Frère Alois, successore di frère Roger ucciso in preghiera nella sua chiesa all'età di 90 anni, hanno accompagnato i giovani nelle riflessioni del mattino, e piene di speranza ecumenica sono state le sue parole rivolte a Papa Benedetto XVI in occasione della preghiera comune in piazza S. Pietro

Santissimo Padre, oggi si realizza una tappa importante del nostro «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Siamo venuti da tutta l’Europa e da altri continenti, apparteniamo a confessioni diverse. Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci separa: ci uniscono un solo Battesimo e la stessa Parola di Dio. Questa sera siamo venuti intorno a Lei a celebrare questa unità, vera anche se non ancora pienamente compiuta. È guardando insieme verso Cristo che essa si approfondisce. Frère Roger ha lasciato in eredità alla nostra comunità la sua preoccupazione di trasmettere il Vangelo, particolarmente ai giovani. Era davvero cosciente che le separazioni fra i cristiani sono un ostacolo alla trasmissione della fede. Ha aperto percorsi di riconciliazione che non abbiamo ancora finito di esplorare. Ispirati dalla sua testimonianza, moltissimi sono coloro che vorrebbero anticipare la riconciliazione attraverso la loro vita, vivere già da riconciliati. Dei cristiani riconciliati possono diventare testimoni di pace e di comunione, portatori di una nuova solidarietà fra tutta l’umanità. La ricerca di una relazione personale con Dio è il fondamento di questo passo. Questo ecumenismo della preghiera non incoraggia una facile tolleranza. Favorisce un reciproco ascolto e un dialogo vero (...)". 

Molto affettuosa e impegnativa per tutti la replica del Papa, dopo un indimenticabile momento di silenzio di una piazza gremita e raccolta in preghiera attorno a Lui e alla Comunità di Taizé, con la luna piena che lentamente si affacciava dal colonnato...:

Grazie, caro Fratello Alois, per le Sue parole calorose e piene di affetto. Cari giovani, cari pellegrini della fiducia, benvenuti a Roma! (...) Testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, animato dal fuoco di un ecumenismo della santità, Fratel Roger ha incoraggiato tutti coloro che passano per Taizé a diventare dei cercatori di comunione. Lo dissi all’indomani della sua morte: «Dovremmo ascoltare dal di dentro il suo ecumenismo vissuto spiritualmente e lasciarci condurre dalla sua testimonianza verso un ecumenismo veramente interiorizzato e spiritualizzato». Sulle sue orme, siate tutti portatori di questo messaggio di unità. Vi assicuro dell’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica a proseguire la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all’unità visibile dei cristiani. E questa sera vorrei salutare con affetto tutto particolare quanti tra voi sono ortodossi o protestanti (...). Tornando a casa, nei vostri diversi Paesi, vi invito a scoprire che Dio vi fa corresponsa-bili della sua Chiesa, in tutta la varietà delle vocazioni. Questa comunione che è il Corpo di Cristo ha bisogno di voi e voi avete in esso tutto il vostro posto. A partire dai vostri doni, da ciò che è specifico di ognuno di voi, lo Spirito Santo plasma e fa vivere questo mistero di comunione che è la Chiesa, al fine di trasmettere la buona novella del Vangelo al mondo di oggi (...). Cari giovani amici, Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri. Sì, siete tutti chiamati ad essere delle piccole luci per quanti vi circondano. Con la vostra attenzione a una più equa ripartizione dei beni della terra, con l’impegno per la giustizia e per una nuova solidarietà umana, voi aiuterete quanti sono intorno a voi a comprendere meglio come il Vangelo ci conduca al tempo stesso verso Dio e verso gli altri. Così, con la vostra fede, contribuirete a far sorgere la fiducia sulla terra. Siate pieni di speranza. 

Per alcuni questo evento è passato un po' sotto silenzio, per altri che si sono lasciati coinvolgere è stata un'esperienza sorprendente: donando un poco abbiamo ricevuto molto, l'accoglienza arricchisce e ci fa scoprire che non tutto va sempre male ed il prossimo anche se sconosciuto può non farci paura.

Ricordiamolo per una prossima occasione, perchè per noi cristiani (come in realtà per gli ebrei, i musulmani e per molte altre religioni) l'ospitalità e l'accoglienza dovrebbero essere uno stile di vita... ma, come avviene per tutta la Chiesa, siamo sempre in un cammino di conversione

 P.s.: Per le meditazioni di frère Alois vai a: http://www.taize.fr/it_article14956.html ; per il suo saluto al Santo Padre ed il Discorso del papa Benedetto XVI ai giovani in occasione del 35° incontro europeo vai a: http://www.taize.fr/it_article15068.html .